Scuola della Carità - Padova, Provincia di Padova

Alvise Miurin

Bellissima, acustia incredibile. Perfetta per uno spettacolo intimo ma vibrante. Ovviamente in pieno centro. Sarebbe bello sfruttarla ancora di più. Un pezzo della città di Padova da conservare e custodire con attenzione.

Raffaele Franco

Bellissima sala affrescata dal pittore Varotari con un ciclo dedicato alla Madonna.

Andrea Nicolello Rossi

E' un piccolo tesoro da riscoprire.

Da padovano acquisito mi capita di scoprire ancor oggi monumenti a me sconosciuti. Ma nel caso della Scuola della Carità si tratta di un tesoro da svelare ai più. Un cosiddetto monumento “minore” che tale non è e che è reso visitabile grazie all’impegno di un gruppo di volontari, quelli di Salvalarte di Legambiente.
Due preparate volontarie, colte e gentili, mi hanno accompagnato a scoprire la Scuola della Carità, grande sala a pianta rettangolare, che risale alla prima metà del Quattrocento. Era la sede della omonima confraternita, una delle più importanti e antiche di Padova, che amministrava i lasciti destinati al soccorso di infermi e poveri, a dotare le fanciulle e ad altre opere di bene.
La Sala presenta un ciclo di affreschi del 1579 sulla vita della Vergine ad opera di Dario Varotari, pittore e architetto veronese, padre del Padovanino. Sono un ciclo di 13 “scene” che ricoprono l’intero perimetro della grande sala, recentemente restaurate.
Il Palazzo sorge a metà di via San Francesco, una via porticata dove si può passeggiare e scoprire tanti piccoli gioielli (palazzi e chiese tra cui quella di San Francesco).
E’ via pedonale, per fortuna, così si apprezza il tutto in mezzo a pedoni e bici senza soffocare nello smog come succedeva fino a 10-12 anni fa.

Veronica Bonura (Nika)

La sala della carità é un qualcosa di unico che rappresenta a pieno la caratteristica culturale della città di padova: gli affreschi.
Molto bella, da passare assolutamente.

Ingresso: libero.

Orari:
-orario invernale:
> giovedì, sabato: 10:00-12:00 16:00-18:00;
> venerdi: 16:00-18:00.

-orario estivo:
> giovedì, sabato: 10:00-12:00 16:30-18:30;
> venerdi: 16:30-18:30.

Un ringraziamento ai volontari di Salvaarte.

Giacomo Resta

Situato di fronte alla Chiesa di San Francesco, l'edificio, probabile abitazione della nobildonna Sibilia de' Cetto, venne lasciato in eredità, dopo la morte avvenuta nel 1421, alla Confraternita di Santa Maria della Carità per essere adibito a sede del Capitolo. La Confraternita, che si occupava dell'amministrazione dei lasciti destinati all'assistenza di poveri ed infermi, vi istituì la sede della Scuola della Carità.
Nella seconda metà del XVI secolo fu necessario eseguire dei lavori di restauro: si aprirono nuove finestre, si costruì uno splendido soffitto il legno a cassettoni e le pareti furono decorate con riquadri di affreschi.
Il ciclo di affreschi, dipinto da Dario Varotari nel 1579, comprendeva dodici riquadri con episodi della vita di Maria Vergine, a partire dalla cacciata di Gioacchino dal tempio per terminare con l'Assunzione in Cielo.
Il tredicesimo riquadro ritraeva i coniugi benefattori Sibilia de' Cetto e Baldo Bonafari, finanziatori dei lavori di costruzione dell'ospedale, della chiesa e del convento.
Utilizzato in seguito allo scioglimento della Confraternita come centro culturale, dopo decenni di abbandono e degrado, tra il 2005 e il 2008 è stato oggetto di accurati lavori di restauro della struttura che hanno recuperato l'antica bellezza.

franco berardi

Si tratta di una struttura singola visitabile senza costo di ingresso, piccola nel suo ma che ti riempie l'anima per la sensazione che dona. Molto belli gli affreschi alle pareti.

Alessandro Mainini

Passa molto inosservato, ma questo piccolo pezzo di storia di Padova invece merita assolutamente una visita, anche grazie alle preparatissime guide che offrono una spiegazione della sala e degli affreschi gratuita.

Roberto Zago

Sala capitolare poco conosciuta ma meravigliosamente restaurata